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In memoria di Giordano Fossi

Il 14 settembre si è spento serenamente nella sua casa il Prof. Giordano Fossi, psichiatra e psicoanalista.

Giordano Fossi ha iniziato la sua carriera universitaria come assistente del Prof. Cardona, all’epoca Direttore della Clinica di Malattie Nevose e Mentali, a San Salvi, e da allora è sempre rimasto nell’Università di Firenze presso la Facoltà di Medicina e nell’ultimo periodo della sua attività presso la Facoltà di Psicologia. Appassionatosi alla Psicoanalisi, svolse la propria analisi didattica negli anni ‘60 con Eugenio Gaddini, psicoanalista didatta Società Psicoanalitica Italiana, stimatissimo anche in ambito internazionale. Fu fondatore nel 1974 con Giovanni Hautmann, Stefania Manfredi, Arrigo Bigi e Franco Mori, del Centro Psicoanalitico di Firenze, sezione locale della Società Psicoanalitica Italiana. Nei primi anni 80′ fu nominato analista didatta dell’Istituto psicoanalitico di Roma e in un’epoca in cui la psicoanalisi italiana guardava alla Francia o all’Inghilterra, Giordano Fossi ha avuto il grandissimo merito di aver contribuito significativamente alla conoscenza della psicoanalisi nord americana. Sempre aderente allo statuto scientifico ha cercato di rendere adeguate o riformulare le teorie classiche psicoanalitiche. È stato tra i primi in Italia a impegnarsi nella ricerca empirica in seno alla psicoanalisi. Voce attiva e in forte tensione dialettica nel dibattito teorico della comunità psicoanalitica, ha contribuito con numerose pubblicazioni dagli anni 70 fino al primo decennio del nuovo secolo. Detentore di una vasta e raffinata cultura, dotato di un’intelligenza libera, fuori dagli schemi, ha promosso dibattiti anche talvolta serrati e controversi.  Negli ultimi anni i suoi interessi si sono rivolti alla psicologia evoluzionistica e ha cercato di integrare l’evoluzionismo con la psicoanalisi e la psicoterapia: in questo campo egli è ancora da considerarsi un pioniere.

È stato formatore di molti di noi come psicoanalista personale o psicoanalista supervisore, e come tale lo conserviamo dentro di noi come pietra miliare della nostra formazione di persone e di psicoanalisti.  Un’analista rigoroso e per questo buon custode di un setting che consente di stare vicino al paziente, di esserne alleato ma mai complice. Un analista capace di quell’ascolto profondo e rispettoso che mai dimenticava che dietro a ogni paziente c’è una persona, unica nelle sue caratteristiche e nei suoi bisogni. In ultimo, ma non per importanza, voglio ricordarne la sua preziosa riservatezza e il suo senso d’ironia, che gli consentivano di porsi sempre con sorridente gentilezza e umanità. Un autentico signore.

 

Il Centro Psicoanalitico di Firenze

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