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Molli A. (2013). Presentazione della relazione di R.Britton, Soggettività, Oggettività e Spazio Triangolare

Seminario AFPP CSMH – AMHPPIA SIPP SPI

Relazione presentata al Seminario AFPP CSMH – AMHPPIA SIPP SPI

28 Settembre 2013

Sala del Giardino d’Inverno, Istituto Montedomini, Via de’ Malcontenti 6 Firenze

Introduce A.Molli (CSMH – AMHPPIA)

Intervengono S.Nissim (SPI) e G.Biggio (SIPP)

Buongiorno a tutti e benvenuti al 4^ seminario 2013 organizzato dalle associazioni AFPP, CSMH-AMHPPIA, SIPP e CPF-SPI.

Il tema che verrà affrontato in questa mattinata è: “Lo Spazio Triangolare: quale interrelazione fra oggettività e soggettività?” che vedrà come primo intervento la relazione del Dr. Ronald Britton su “Oggettività, Soggettività e Spazio Triangolare” a cui seguiranno i lavori di due Discussants, la Dott.ssa Simona Nissim ed il Dr. Gianluca Biggio.

Dopo l’intervento del Dr. Britton avremo una pausa-caffè e successivamente seguiranno le relazioni dei due Discussants ed infine la discussione con il pubblico.

E’ con grande piacere che introduco il nostro illustre ospite, il Dr. Ronald Britton, psicoanalista della Società Psicoanalitica Britannica di cui è stato past presidet e vice presidente dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale (IPA), riconosciuto a livello internazionale come un influente teorico in ambito psicoanalitico.

Britton si è anche formato come analista per bambini ed è stato Chair of the Department of Children and Parents presso la Tavistock Clinic di Londra dove si è occupato di bambini deprivati e delle loro famiglie. Questa esperienza è stata influente per il suo pensiero psicoanalitico e gli ha permesso di riconoscere l’importanza dello studio del settore infantile come esperienza formativa.

Il suo background teorico è quello di Freud, Klein e dei post-Kleiniani ed i suoi interessi, oltre che in ambito prettamente clinico, si sono concentrati più volte sul rapporto fra psicoanalisi ed altre scienze e campi di studio, come la letteratura, la poesia, la filosofia e la teologia, influenzandone il pensiero, lo stile e la forma e venendo usati come base per la comprensione psicologica.

I maggiori contributi di Britton sono stati elaborati soprattutto nelle sue opere “The missing link. La sessualità genitoriale nel complesso edipico”; “Il complesso edipico e la posizione depressiva”, “Credenza e Immaginazione”, “Sesso, Morte e Super-Io”, oltre che in numerosi suoi articoli che qui ometto.

In tutta la sua opera Britton sottolinea come il Complesso edipico sia alla base della realtà psichica accompagnato dalle difese che vengono messe in atto per contrastarlo. Egli si sofferma ad analizzare le relazioni all’interno del triangolo edipico e come sia complesso il raggiungimento della terza posizione laddove non è stata sperimentata la possibilità di tollerare il legame di coppia genitoriale, pensarlo, collocarlo, integrarlo interiormente senza che si sviluppino angosce di esclusione o invidie intollerabili. In questo caso i pazienti non sono in grado di sviluppare un prototipo di rapporto d’oggetto all’interno del quale sono testimoni e non protagonisti, cioè assumendo una terza posizione. La conseguenza clinica di questo evoca pazienti che non possono tollerare l’oggettività o la soggettività. Britton spiega questo in termini di fallimento primario del contenimento materno con la conseguenza dello sviluppo di un Super-Io distruttivo ed invidioso che impedisce la curiosità, la comprensione e le relazioni oggettuali.

Il triangolo edipico interno è anche il palcoscenico su cui Britton pone l’immaginazione. Egli definisce la fantasia come uno spazio mentale fantasticato che contempla l’evasione o la ricerca di verità.

Britton sviluppa le sue idee affrontando il tema della relazione esistente tra credenza e conoscenza e del posto occupato nella mente dall’immaginazione, soffermandosi su come le fantasie inconsce, considerate prodotti dell’immaginazione piuttosto che fatti, possono essere descritte in termini psicoanalitici. Descrive la differenza fra credenza e conoscenza e come credere qualcosa non equivale a conoscerla. La conoscenza è riferibile a ciò che è vero mentre credere qualcosa significa che la si considera vera, ma si accetta la possibilità che non lo sia. L’autore sostiene che siamo propensi a trattare il credere alla stregua del conoscere e siamo prigionieri delle nostre credenze quando le consideriamo conoscenze: la scoperta che si tratta di mere credenze è un atto di emancipazione. Questo implica integrare un’esperienza soggettiva con l’autoconsapevolezza oggettiva e richiede la presenza di uno spazio psichico triangolare interno, una posizione terza nello spazio mentale necessaria affinché il Sé soggettivo possa essere osservato nell’atto di avere una relazione con un’idea.

Esplorando i diversi aspetti delle credenze che emergono dal lavoro psicoanalitico, Britton esamina la relazione tra realtà psichica e narrativa ed i modi in cui la questione della credenza, dell’immaginazione e della realtà sono esplorate nelle opere di Wordsworth, Rilke, Milton e Blake.

La parola, adesso, al Dr. Britton per la sua relazione: Soggettività, Oggettività e Spazio Triangolare”.

Grazie per l’ascolto e buon lavoro a voi tutti.

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